Ha senso una mozione di sfiducia contro il Sindaco, che non produce effetti?

Come è stata ribattezzata dal quotidiano di informazione CorriereEtneo, e che mi piace qui richiamare, si tratta di una mozione di sfiducia “a salve”, vale a dire che non avrà nessun effetto tangibile, nessuna reale assunzione di responsabilità da parte del Consiglio Comunale, mentre ogni nostro agire da consiglieri comunali dovrebbe sempre presupporre un’assunzione di responsabilità. A norma del nostro Statuto Comunale, la mozione non può nemmeno essere proposta, e quindi approdare nel Civico Consesso, prima del termine di 24 mesi dall’inizio del mandato (art.41, comma 6).

Se da un lato, però, essa non produrrà nessuno degli effetti previsti da tale istituto, dall’altro avrà sicuramente un effetto negativo, suscitando questa volta sì la sfiducia, ma nell’istituzione che rappresentiamo, mortificando e svilendo quello strumento e indebolendo l’intero Consiglio Comunale, che già di suo soffre di una endemica delegittimazione.

Io ho una seria preoccupazione, che si perda di vista quello che è il nostro primario obiettivo, vale a dire l’interesse per il “bene collettivo”, ed essere relegati come oramai accade da parecchio tempo ad una “indecorosa sopravvivenza”.

Non possiamo più “rubare” tempo e soprattutto futuro a coloro che vengono dopo, occorre elaborare una visione complessiva della città che vogliamo tra i prossimi 10-15 anni, una città più vivibile, più a misura di persona, avendo cura di apportare anche piccoli miglioramenti al senso di benessere collettivo, occorre un patto generazionale e intergenerazionale, un patto tra competenze politiche e tecniche, tra passione e ragione, un idealismo pragmatico che sia in grado di scuotere dal torpore che ormai da troppo tempo assedia la nostra città.

Il prossimo mese ci troveremo ad un anno dalle elezioni comunali, ognuno degli attori politici saremo chiamati a fare una profonda analisi sui primi 365 giorni di governo della nostra comunità, una riflessione a cui io non intendo sottrarmi, anzi è mia intenzione farmi promotore di un dibattito che mira a dare delle risposte al profondo senso di insoddisfazione generale che stiamo attraversando, a cui collego idealmente anche la richiesta di sfiducia di cui stiamo trattando.

Occorre, in primis, ripartire dalle istituzioni, ristabilendo l’autorevolezza e la credibilità di un organo, il Consiglio Comunale, che rappresenta la città intera, e poi ridare dignità alle tante “meraviglie” (Castello Normanno, Ponte dei Saraceni, Villa Comunale, ecc.) che ci sono state lasciate in eredità, e che oggi sono come dei gioielli che impreziosiscono un “vestito rattoppato”.

Sono convinto e soprattutto fiducioso nella buona volontà della classe dirigente, non solo politica, del nostro Paese, che ha la necessità di trovare un terreno comune dove riscommettersi per avviare un progetto di risanamento economico, sociale e necessariamente morale, ed aprire una nuova fase per la nostra comunità, ancora una volta chiamata ad essere protagonista di un “grande futuro”.

Agatino Scardina

(Consigliere Comunale)

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