Dobbiamo ammetterlo questa pandemia ci ha colti impreparati, pensavamo di essere invincibili, quasi dei supereroi. Nella sicurezza della nostra quotidianità nessuno poteva interferire, mentre sono bastati pochi mesi e un “piccolissimo essere” per rompere tale falso incantesimo. Tra breve ci troveremo ad affrontare la “Fase 2” della pandemia e stavolta non possiamo farci cogliere impreparati, sarebbe un vero e proprio crimine, non possiamo navigare a vista come si è fatto per la maggior parte della gestione dell’emergenza.
Dovremmo affrontare, senza che nessuno provi ad edulcorarlo per renderlo più commestibile, un lungo e graduale periodo di transizione, che dovrà essere gestito dalla “Politica”, quella seria e responsabile, che non si lascia ingannare dalla personale voglia di apparire senza agire, che non si limita a spettacolizzare con video e foto postate via social un’azione che necessariamente deve essere sobria. Perché la politica, quella che ormai abbiamo appreso dai libri di storia è decisione responsabile, è visione sincera del prossimo futuro, anche se non sarà facile e nemmeno esente da probabili errori. Allora voglio dare qualche suggerimento, perché anche in questa fase non ho intenzione di tirarmi indietro, farò la mia parte come ho sempre fatto con la dovuta compostezza.
In primo luogo occorre il coinvolgimento di “tutti”, organicamente senza nessuna esclusione, dalle parti sociali alle organizzazioni del terzo settore, che finora si sono mossi ognuno per conto suo, senza una direzione coordinata e comune.
Secondo, l’Amministrazione deve necessariamente “condividere”, non solo “informare”, ogni azione con il Consiglio Comunale che ne assicura il giusto indirizzo politico e il supporto democratico, assicurandone allo stesso tempo l’imprescindibile “consenso sociale”.
Terzo, infine, si devono programmare gli interventi che ogni soggetto coinvolto deve realizzare organicamente insieme a tutti gli altri; penso ai dirigenti scolastici e docenti per l’ambito scolastico, alle organizzazioni sindacali, alle organizzazioni del settore commerciale e produttivo (che hanno la necessità di una decisa spinta per ripartire), e alle associazioni di volontariato, di natura laica o religiosa, che assicurano il capillare sostegno ai veri “ultimi” di questa emergenza.
Dovremmo mettere in moto una complessa macchina organizzativa e ad ognuno viene richiesto lo sforzo di cambiare, adeguarsi alle necessità che l’emergenza ci sta imponendo, perché alla fine ne potremmo uscire più rafforzati, come singoli, ma soprattutto come “comunità”. Alla fine questa potrà rappresentare un’ulteriore occasione di riscatto per la nostra “Città di Adrano”…sapremo coglierla?
Agatino Scardina
(Consigliere Comunale)
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